mercoledì 9 maggio 2007

Lettera ad Andrea.




Cercavo altro. Ma in una della cartelline dei tempi del liceo artistico ho ritrovato queste due tavole, disegnate a matita e pennarello su dei fogli verdi (?) di quadernone, quelli con i buchi per gli anelli. Avevo 20 anni tondi tondi, una vita fa. Mi sentivo il padrone del mondo, il leader incontrastato del mio liceo. Ero immortale, e tanto arrogante. Ma ero anche un "padrone" che - in quel momento - si sentiva tradito. Tradito da qualcuno più GRANDE di me. Tradito da Andrea Pazienza, che era morto due anni prima (nel '98). E che probabilmente è - e rimane - l'UNICO fumettaro che mi abbia mai fatto piangere.
Il testo delle due tavole, ad ogni modo, era questo:

LETTERA AD ANDREA.
Ora che sono quasi due anni.

• Prendo il coraggio di dirtelo e di dirlo a tutti.
• Eri il mio bianco delirio.
• Tu eri un esempio per chi come me...
• Perchè?
• Andrea.
• Tu eri il mio idolo.
• Eri unico più che raro.
• Con te è morto gran parte del fumetto italiano.
• Eri un esorcismo più lungo di 128 pagine.
• E' morta gran parte di noi che ti amavamo.
• E' morto il capro espiatorio di chi ti odiava.
• E Guccini lo sa, come lo sapeva Stefano
(Tamburini, n.d.a.) che hai raggiunto, e chissà ora cosa cazzo vi dite e come ridete di noi.
• Ma tu hai fatto finire tutto.
• Eri rimasto l'unico sopravvissuto. Eri puro.
• E con la fine sono nati tutti gli altri.
• Quelli che scrivono.
• Quelli che riscoprono.
• Quelli che ristampano.
• Quelli che
"Morto Paz, com'era bravo Paz".
• E dicono di te di come erano amici tuoi.
• Io non ti conoscevo.
• Ma ti ho amato, tu mi hai fatto vivere e decidere di continuare a disegnare nonostante le crisi.
• E ti ho odiato perchè eri troppo bravo, ed io non reggo il confronto.
• E ti invidiavo, e odiandoti ti amavo.
• Ma io volevo dirti, Andrea, volevo dirti ed ora non so cosa dirti nè se mai mi leggerai.
• Se puoi farlo.
• Ma che dirti.
• E' il ricordo che fa scrivere.
• E pensare che se ci fossi ancora chissà cosa faresti ora.
• Se Zanardi lo vince quel torneo, che Astarte morirà a Zama perchè me lo ha detto lui, ecchè il fumo del camino usciva fuori e Loretta Goggi parlava parlava e tu dormivi invece che lavorare e sognavi quanto sarebbe stato cagacazzi tuo figlio, ecchè la vecchiezza è una Roma, ecchè Hugo Pratt ti odia è vero ma ora sicuro dice che ti amava
(Pratt era ancora vivo quando feci queste tavole, n.d.a.), ecchè in fondo Zanna è anche frocio, ecchè Stefano si inkazzava se disegnavi Ranx, ecchè Pompi s'è impiccato con una catena, ecchè le pere non sono frutti, eh?
• Porka puttana Andrea!!! Perchè lasciarti in mano loro, ora?
• Lasciare che siano loro a ricordarti?
• Loro che ti hanno conosciuto solo dopo la riedizione di Penthotal per quei tipi di Milano.
• Quei tipi che ci hanno pure i soldi, anzi solo quelli, ma di fumetti non ci capiscono un cazzo!
• Perchè hai voluto che finisse così?
• Chi può seguirti ora? Proseguire ciò che tu avevi iniziato?
• Hai sbagliato, Andrea. Hai rifatto l'errore. Perchè?
FINE.


C'è tanta ingenuità dentro, è vero.
E anche tanta rabbia, ma è quella VERA che hanno i ventenni.
Rivedendole, mi sono fatto tenerezza da solo.
Eppure, diciasette anni dopo amo Pazienza nello stesso modo.