martedì 22 maggio 2007

Fightin' in the ring.


Grafica per PICKWICK Colour Group®.

KTME.



Questa breve storia a fumetti di 4 tavole fu pubblicata su "BIZ Hip Hop Magazine" n°3 del gennaio 1999 (PMA Intermedia).
Testi e disegni del sottoscritto.
Grafica e colori di Paolo "Ottokin" Campana.

Note:
01. KTME (ovvero Kid & Toy Makin' Euros) fa il verso ai celebri EPMD, la cui sigla significava proprio Erick & Parrish Makin' Dollars. La copertina del CD che appare in alto a sinistra è infatti la riproduzione pressochè identica (fumettata) di "Back in business" (Def Jam, 1997), l'album capolavoro di Erick Sermon e Parrish Smith.

02. Kid e Toy - letteralmente ragazzino e giocattolo - nello slang hiphoppettaro corrispondono a qualcosa come "principiante" e "pupazzo", cioè altri modi dispregiativi per indicare i suckers.

03. Notare il logo della Factory, esistente all'epoca della pubblicazione di questa storia breve, e alla quale io e Ottokin ci sentivamo evidentemente molto legati per inserirlo anche all'interno di BIZ.

04. Why Hip Hop Sucks In '99 cita un pezzo di Dj Shadow contenuto nel suo capolavoro "Endtroducing" (Mo' Wax, 1996) che era intitolato proprio "Why hip hop sucks in '96".

05. Rileggendo anche oggi questa storiella, e sostituendo quei nomi con quelli dei vari Mondo Marcio, Fabri Fibra, Inoki o Club Dogo... beh, il senso - anche otto anni dopo - rimarrebbe esattamente lo stesso!!!
Kid e Toy parlano parlano e continuano a ronfare... mentre l'hip hop italiano non s'è mosso di una sola virgola!!!

martedì 15 maggio 2007

Favola di Valeria.










"A volte, un sogno - La favola di una canzone" era dedicata alla mia amichetta Valeria, che ci volevo bene. Nell'estate 2001, lei dominò le classifiche italiane con il tormentone "Tre parole" (“sole, cuore, amore”... ricordate?) arrivando a prima vista dal nulla. In realtà quel successo fu solo il traguardo di un percorso decennale che Valeria, dopo anni di cosiddetta gavetta, intraprese per maturare come persona e come artista.
È ovvio che canzoni come quella capitano - probabilmente - una sola volta in un’intera carriera, e diventa forse impossibile bissarne il successo. Ma quel solo brano bastò comunque a cambiarle la vita, permettendole di vivere di musica. Per un mondo difficile, competitivo e cinico come quello dell'industria e del mercato discografico, vi assicuro che è qualcosa di raro e in un certo senso anche un po’ magico.
Ecco perché era una storia che secondo me meritava di essere raccontata, con quella che ritenevo - e ritengo ancora - la più valida forma di metafora: la favola.
Non ho MAI voluto “speculare” in alcun modo su Valeria e quel particolare momento fortunato. Anche allora, volevo solamente comunicare qualcosa di vero e di positivo, sottolinenado dei valori che dovrebbero essere assoluti per un lettore di qualsiasi età.
(cliccate sulle immagini per leggere ogni striscia).

Francesca.


Sapevo solo che era bionda con gli occhi azzurri, sportiva (tonica e snella), che amava i tacchi alti, il colore rosso, le rose rosse e... il calcio!!! Mauro mi diceva sempre che fosse molto bella, e io la immaginavo così.

Onyx® Adv.01


Espositore per jeans negli Onyx Stores, 2006.

Claudia.


©1993.

mercoledì 9 maggio 2007

Lettera ad Andrea.




Cercavo altro. Ma in una della cartelline dei tempi del liceo artistico ho ritrovato queste due tavole, disegnate a matita e pennarello su dei fogli verdi (?) di quadernone, quelli con i buchi per gli anelli. Avevo 20 anni tondi tondi, una vita fa. Mi sentivo il padrone del mondo, il leader incontrastato del mio liceo. Ero immortale, e tanto arrogante. Ma ero anche un "padrone" che - in quel momento - si sentiva tradito. Tradito da qualcuno più GRANDE di me. Tradito da Andrea Pazienza, che era morto due anni prima (nel '98). E che probabilmente è - e rimane - l'UNICO fumettaro che mi abbia mai fatto piangere.
Il testo delle due tavole, ad ogni modo, era questo:

LETTERA AD ANDREA.
Ora che sono quasi due anni.

• Prendo il coraggio di dirtelo e di dirlo a tutti.
• Eri il mio bianco delirio.
• Tu eri un esempio per chi come me...
• Perchè?
• Andrea.
• Tu eri il mio idolo.
• Eri unico più che raro.
• Con te è morto gran parte del fumetto italiano.
• Eri un esorcismo più lungo di 128 pagine.
• E' morta gran parte di noi che ti amavamo.
• E' morto il capro espiatorio di chi ti odiava.
• E Guccini lo sa, come lo sapeva Stefano
(Tamburini, n.d.a.) che hai raggiunto, e chissà ora cosa cazzo vi dite e come ridete di noi.
• Ma tu hai fatto finire tutto.
• Eri rimasto l'unico sopravvissuto. Eri puro.
• E con la fine sono nati tutti gli altri.
• Quelli che scrivono.
• Quelli che riscoprono.
• Quelli che ristampano.
• Quelli che
"Morto Paz, com'era bravo Paz".
• E dicono di te di come erano amici tuoi.
• Io non ti conoscevo.
• Ma ti ho amato, tu mi hai fatto vivere e decidere di continuare a disegnare nonostante le crisi.
• E ti ho odiato perchè eri troppo bravo, ed io non reggo il confronto.
• E ti invidiavo, e odiandoti ti amavo.
• Ma io volevo dirti, Andrea, volevo dirti ed ora non so cosa dirti nè se mai mi leggerai.
• Se puoi farlo.
• Ma che dirti.
• E' il ricordo che fa scrivere.
• E pensare che se ci fossi ancora chissà cosa faresti ora.
• Se Zanardi lo vince quel torneo, che Astarte morirà a Zama perchè me lo ha detto lui, ecchè il fumo del camino usciva fuori e Loretta Goggi parlava parlava e tu dormivi invece che lavorare e sognavi quanto sarebbe stato cagacazzi tuo figlio, ecchè la vecchiezza è una Roma, ecchè Hugo Pratt ti odia è vero ma ora sicuro dice che ti amava
(Pratt era ancora vivo quando feci queste tavole, n.d.a.), ecchè in fondo Zanna è anche frocio, ecchè Stefano si inkazzava se disegnavi Ranx, ecchè Pompi s'è impiccato con una catena, ecchè le pere non sono frutti, eh?
• Porka puttana Andrea!!! Perchè lasciarti in mano loro, ora?
• Lasciare che siano loro a ricordarti?
• Loro che ti hanno conosciuto solo dopo la riedizione di Penthotal per quei tipi di Milano.
• Quei tipi che ci hanno pure i soldi, anzi solo quelli, ma di fumetti non ci capiscono un cazzo!
• Perchè hai voluto che finisse così?
• Chi può seguirti ora? Proseguire ciò che tu avevi iniziato?
• Hai sbagliato, Andrea. Hai rifatto l'errore. Perchè?
FINE.


C'è tanta ingenuità dentro, è vero.
E anche tanta rabbia, ma è quella VERA che hanno i ventenni.
Rivedendole, mi sono fatto tenerezza da solo.
Eppure, diciasette anni dopo amo Pazienza nello stesso modo.